giovedì 17 marzo 2011

"Se puoi sognarlo, puoi farlo"

Ieri sera, in una Firenze tricolore, file e file di persone si ammassavano davanti ai musei e nelle piazze.
Tra tutte queste file ce n'era una particolare, una che si accalcava davanti, e per la verità anche dietro, la libreria Feltrinelli. Già questo di per se potrebbe essere considerato un evento visto che per molte persone l'ultimo libro letto risulta essere Topolino a 10 anni. Ma la cosa più straordinaria è che tutta quella gente era lì per vedere e ascoltare Roberto Saviano, a dimostrazione che la "macchina del fango" di cui lui ha tanto parlato non sempre funziona e che per fortuna c'è chi ancora riesce a pensare con la propria testa.
Sicuramente ieri sera di PAROLE ne sono state dette tante e ne è stata anche spiegata e capita l'importanza, non solo come mezzo di comunicazione ma come qualcosa che può SVEGLIARE LE COSCIENZE, accendere gli animi, sollevare le persone dalla loro condizione.
Fra tutte queste parole c'è n'è, però, una che mi ha colpito in modo particolare: SOGNO.
Perchè è strano sentire un uomo che da anni vive minacciato e sotto scorta parlare di sogni, di speranza, della possibilità di un futuro diverso. Perchè invitare a sognare dei giovani che non sanno quando, ma soprattutto se, troveranno un lavoro appare assurdo. Perchè davanti a un'Italia in crisi, che spesso fatica ad arrivare alla fine del mese, parlare di sogni può sembrare una cosa detta da uno che ha perso il contatto con la realtà.
E allora come mai di tutte le cose che sono state dette quella che mi ha colpito è proprio quella che sembra la più assurda? Credo che il motivo sia che il primo a credere nei sogni, e soprattutto nella possibilità di realizzarli, era proprio lui. Quando parlava si capiva che davvero era convinto o, come ha detto lui, "profondamente persuaso" del fatto che le cose possono cambiare nella misura in cui c'è qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno ma soprattutto qualcuno che, ascoltando e facendo sue le storie degli altri, fa il primo passo verso un mondo diverso. 
Fra tutte le storie che Roberto ha raccontato ieri sera c'era quella di Danilio Dolci. Una delle sue frasi più famose è: 
"Ciascuno cresce solo se sognato". 
Questa frase è secondo me di una bellezza enorme perchè fa capire come ognuno di noi per crescere, per realizzarsi, ha bisogno di avere accanto persone che gli stiano vicine, lo sostengano, lo "sognino". E allora perchè non provarci anche noi, perchè non iniziare a sognare un futuro diverso, un'Italia diversa, proprio nel giorno dei suoi primi 150 anni? Facciamo un regalo alla nostra Italia: sognamola diversa da come è ora, più libera, più pronta ad accogliere le sfide del futuro, più disponibile verso chi ha bisogno, più aperta verso chi non la pensa come lei...insomma: un'Italia migliore.
Voglio concludere con la stessa citazione con cui ha chiuso Roberto ieri sera, una frase che invita alla speranza e al non aver paura di mettersi in gioco:
"Se puoi sognarlo, puoi farlo"

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