venerdì 29 luglio 2011

LEGENDA

Come nella vita di tutti i giorni dimostro scarse abilità nella cura delle piante, così, anche nel mondo virituale, il mio pollice verde scarseggia: il mio piccolo orticello, dopo mesi di incuria, è completamente secco!
Parlare di orti mi fa pensare alla vita contadina che i miei nonni mi hanno raccontato, fatta di riti e cicli di azioni che si ripetono. In uno strano flusso di coscienza la mia mente associsa alla rassicurante monotonia della vita contadina il ripetersi di alcune attività che, per me, si associano ad ogni stagione: d'inverno si studia, d'estate si legge. Infiniti e afosi pomeriggi riempiti con la lettura di un buon libro... e questa estate, iniziata dopo l'ultimo titanico sforzo dell'anno accademico, mi ha fatto incontrare un sacco di libri interessanti. Non pensavo di potermi appassionare così tanto a libri così diversxi da quelli che mi hanno accompagnata per una vita... e questo è merito anche di tutte quelle persone che, conoscendo la mia passione per la lettura, mi hanno regalato ottimi libri.
Per questo ho deciso di stilare una LEGENDA, nel senso più letterale del termine: un elenco di cose da leggere, almeno secondo me! Spero così di poter dare qualche buon consiglio e di riuscire anche a tenere un po' più pulito il mio orticello virtuale!

mercoledì 8 giugno 2011

La fine è il mio inizio

Sembrava impossibile: "C'è ancora tempo!", "Un mese basta e avanza!", "Ce la posso fare!" E invece l'estate è già qui, e con lei anche la sessione estiva! Non posso certo lamentarmi, credo che per me sia finita quasi prima di iniziare...
Comunque con l'estate sembra sia finita anche la stagione di questo blog...in fondo un po' mi dispiace. Lo so, non sono stata proprio una mammina amorevole nell'accudire la sua creatura, però alla fine mi ci sono affezionata! Quindi che dire...non voglio prendermi nessun impegno ma credo prorpio che questo mio minuscolo angolino nel cyberspazio rimarrà aperto, ogni tanto lo riparirò, ripulirò tutto dalla polvere, toglierò le ragnaltele e scriverò quello che mi passa per la testa...magari non ineresseà a nessuno, ma l'niversità mi ha insegnato che anche il nostro cervello ha una capacià limitata, non ci possiamo stipare dentro tutto quello che vorremmo. E allora può far comodo avere una valvola di sfogo, un posto in cui lasciare una piccola traccia!
...buon proseguimento!

martedì 10 maggio 2011

Impressioni di maggio I: NAUSEA

NAUSEA: la sensazione che mi accompagna da ieri, da quando ho letto sui giornali e ho ascoltato ai telegiornali. Sono nauseata dalle dichiarazioni di alcuni esponenti del governo, in primis il suo capo. Mi fa accapponare la pelle il fatto che quelle stesse persone che mettono in dubbio l'autorità e l'integrità di un potere fondamentale come la magistratura ci rappresentino in tutto il mondo.
Solo in Italia si permette che succedano cose del genere, e il bello è che ormai l'attenzione dell'opinione pubblica è così concentrata sui continui battibecchi delle alte sfere da aver perso completamente di vista l'attività politica. Anche se in realtà in Parlamento non si discute che delle proprie questioni personali.
...l'Italia...il Bel Paese...tutto il resto è noia...

lunedì 2 maggio 2011

impressioni di...maggio: CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO

La mia mente geniale non si era resa conto che l'idea delle "Impressioni d'aprile" era sì un'idea geniale, ma solo per i 4 o 5 giorni successivi visto che ormai il mesa era agli sgoccioli...vabbè..me ce ne faremo una ragione!
Fatta la ragione vorrei passare alla mia nuova impressione...una gran bella impressione, in tutti i sensi...
Vedete quel puntino fra la bandiera gialla e il ragazzo con i rasta? Ecco, quel puntino sono io! E questa è l'apertura del concerto del primo maggio di quest'anno. Era ovvio, nell'anno del' 150° anniversario dell'Unità d'Italia, quale modo migliore di festeggiare che iniziare con l'inno di Mameli? Quello che purtoppo da questo video non emerge è la partecipazione della piazza: centinaia di migliaia di persone a cantare a squarciagola l'inno, il nostro inno. E anche quando Eugenio Fionardi e il suo gruppo hanno smesso di cantare, siamo stati noi, tutti i ragazzi in piazza a continuare con entusiasmo...come a voler dire che noi in quest'Italia ci crediamo davvero, che, per quanto il futuro che ci aspetta sembri essere nero, noi siamo convinti che un giorno tornerà a splendere il sole, quel sole che ha brillato sulle nostre teste per tutto il giorno. 
Ancora non so quale sia il vero messaggio che sono riuscita a tirare fuori da questa mi full immersion nell'aria della capitale, forse l'emozione, e la stanchezza, sono ancora troppo forti. Quello che sento in questo momento è solo un'impressione, una sensazione che c'è speranza, che non tutti il mondo dei giovani, il nostro mondo non è tutto così negativo come vogliono far apparire, che c'è chi ha il coraggio di pensare fuori dal coro e sognare un futuro diverso. Spero che questa impressione diventi presto realtà.

mercoledì 27 aprile 2011

Impressioni d'Aprile: EMMAUS

Prima, mentra spazzavo in cuicina, pensavo a come poter insierire qui nel blog le idee, i personaggi, le storie che ho incontrato in questo periodo e come rendere le impressioni che questi mi avevano lasciato...sulle "impressioni" si è accesa una lampadina: "IMPRESSIONI DI SETTEMBRE". Ammetto la mia ignoranza, non sapevo di cosa questa frase fosse il titolo e così, come sempre quando si brancola nel buio dell'ignoranza, mi è venuto in aiuto google: ho scoperto che "Impressioni di settembre" è una canzone, che non conoscevo, della PFM, gruppo che invece conosco, anche se non molto bene. Quindi questo squarcio di luce in una triste serata che vorrebbe essere di primavera mi è innanzitutto servito per accostarmi  a un genere musicale che non mi appartiene molto, ma mi ha anche dato un'idea per il blog: raccoglierò le "impressioni" di persone e storie che in qualche modo mi colpiscono in una sottospecie di diario e, visto che, nonostante le temperature autunnali non siamo a settembre, lo chiamerò "Impressioni d'aprile".


Leggere è sempre stata una delle mie più grandi passioni, ho iniziato da piccolissima, con i classici libri della fiabe disney...ma questo credo che sia un po fuori dall'argomento del post e del blog in generale... Comunque quello che conta è che ho sempre letto tantissimo, soprattutto letteratura fantasy. Per intendersi: ho letto ogni Harry Potter almeno 3 volte e penso che non ci sia nessun libro scritto come Il signore degli anelli . Preoccupante per una quasi ventenne? L'ho pensato anch'io...per questo da un po' di tempo ho deciso di inziare a leggere anche libri più "seri" senza per questo smettere di amare o leggere il fantasy. In questa mia immersione nel mondo degli adulti, su consiglio di una compagna di liceo e della mia ex professoressa di italiano, mi sono imbattuta nei libri di Alessandro Baricco. Ho iniziato con Novecento, un monologo da cui è stato tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano". Lo consiglio a tutti: è breve, scorre bene ed è scirtto anche meglio. Poi ho continuato con altri due titoli che mi hanno colpito: Senza sangue, carino ma forse troppo breve per essere apprezzato a pieno, e Castelli di rabbia, un po' intricato, a tratti difficile da capire ma con punte di alta letteratura. Ultimo è arrivato Emmaus.


L'avevo reglato ad un'amica lo scorso Natale e mi aveva subito attirato, per il titolo e la trama. Ora che l'ho letto posso dire che la prima impressione era azzeccata: questo libro fa una fotografia del mondo giovanile, di cosa voglia dire crescere e di come ognuno affronta il passaggio da bambino a adulto. In poche pagine riesce a racchiudere la consapevolezza di vivere una vita all'oscuro, brancolando in una vita che è un buio ocntinuo di cui riusciamo a cogliere solo qualche squarcio, di luce e di senso.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli – li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli ad Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l'avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. SIAMO AURORA MA EPILOGO - PERENNE SCOPERTA TARDIVA. Ci sarà forse un gesto che ci farà capire. Ma per adesso, noi viviamo, tutti.
Non voglio dirvi altro, lascio a voi il piacere di leggere questo nel libro. Buona lettura!

ps: sono aperta a qualsiasi consiglio su altri libri di Baricco e di qualsiasi altro autore "serio" vi abbia colpito!

a volte ritornano

capita a volte di non vedere una persona per un sacco di tempo e poi, all'improvviso, questa ricompare nella tua vita.

Ecco il mio blog è un po' così, viene messo nel dimenticatoio e ad un certo punto...puff! riappare! Devo dire che la colpa delle sparizioni non è tutta mia, l'anatomia ha aiutato! Comunque ora è il momento di riprendere in mano la situazione e togliere la polvere da tutti gli angoli di questo mio caotico cyberspazio!
Lo so, la prima cosa che dovrei fare sono i famosi assignement, visto che sono rimasta un po', tanto, indietro...ma in questi giorni, complici anche le vacanze di Pasqua, ho avuto modo di vedere e ascoltare alcune cose che mi hanno molto coplito e che vorrei condividere con voi!

giovedì 24 marzo 2011

Des hommes et de Dieux

Continua il filone cinema: ieri sera ho avuto l'occasione di vedere al cinema una delle poche pellicole arrivate in Italia del film che ha vinto il Gran Premio della Giuria all'ultimo festival di Cannes: Des hommes et des Dieux, Gli uomini di Dio. Questo film parla di un fatto di cronaca nera tanto tragico quanto dimenticato: l'uccisione di 7 monaci trappisti del monastero di Tibhirine, in Algeria, probabilmente ad opera della GIA (gruppi islamici armati). In realtà le vere cause che portarono all'uccisione di quei monaci non sono ancora chiarite. Il loro assassinio è comunque avvenuto nel periodo della guerra civile algerina che vedeva contrapposti il governo, instauratosi con un colpo di stato, e fondmentalisti islamici. Quando i monaci del monastero dell'Atlante furono sequestrati, il 26 marzo 1996, la guerra civile infuriava già da un po' e molti "infedeli" di origine europea erano già stati barbaramente uccisi. Nonostante questo, nonostante i monaci sapessero che restare in Algeria significava mettere a rischio la propria vita, decisero di restare e non abbandonare la comunità cresciuta intorno al monastero in un momento tanto difficile. Ha prevalso infatti in loro il senso di fratellanza, di vicinanza con i fratelli musulmani con cui ormai formavano una sola comunità.
Se con Rango è stato facile consigliare a tutti di vedere il film, con Gli uomini di Dio le cose si complicano un po'. Sicuramente è un bel film, che fa capire molto bene come la vita della comunità dei monaci fosse perfettamente integrata con quella della comunità musulmana della città, come ormai la vita dell'una dipendesse da quella dell'altra. Ovviamente, avendo al centro la vita di un monastero, non può essere un film che scorre via veloce: i silenzi prevalgono sui dialoghi, le immagini sui suoni. Nonostante questo sento di poter dire che il messaggio che emerge da questo film possa e debba essere diffuso il più possibile, soprattutto in una società dove la "caccia all'immigrato" rischia di diventare uno sport. Per questo invito tutti a non lasciarsi spaventare dalla durata, del film e dei suoi silenzi, e di gettare così uno sguardo su una vicenda in apparenza così lontana ma in realtà molto vicina.
Per concludere vorrei aggiungere il testamento spirituale di padre Christian de Chergé, priore della comunità, con cui si conclude il film e che mi ha davvero colpita per il messaggio non solo di fede, ma sorattutto di grande uguaglianze che emerge con forza.
"Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese, che essi accettassero che l’unico Padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale, che pregassero per me: come potrei essere trovato degno di tale offerta? che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.
La mia vita non ha più valore di un’altra. Non ne ha neanche meno. In ogni caso, non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimé, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.
Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.
Non potrei auspicare una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che un popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio.
Sarebbe un prezzo troppo caro, per quella che, forse, chiameranno la "grazia del martirio", il doverla a un algerino chiunque egli sia, soprattutto se dice di agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam.
So il disprezzo con il quale si è arrivati a circondare gli algerini globalmente presi. So anche le caricature dell’Islam che un certo islamismo incoraggia. È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.
L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa: sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, in base a quanto ne ho concretamente ricevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore del Vangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani.
Evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista: "Dica adesso quel che ne pensa!". Ma costoro devono sapere che sarà finalmente liberata la mia più lancinante curiosità.
Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.
Di questa vita perduta, totalmente mia, e totalmente loro, io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera per quella gioia, attraverso e nonostante tutto.
In questo grazie, in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo accordato come promesso!
E anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen! Insc’Allah"